Stop alla cardioaspirina prima dell’operazione: ictus non addebitabile ai medici
Respinta l’istanza risarcitoria avanzata da un uomo. Per i giudici è risultata adeguata la linea seguita dai medici

Niente risarcimento per il paziente colpito ictus ischemico dopo avere sospeso l’assunzione della cardioaspirina in vista della sottoposizione ad un’operazione chirurgica. Per i giudici (sentenza del 14 gennaio 2025 del Tribunale di Lucca) non vi sono i presupposti per addebitare l’episodio infausto alla condotta dei medici e, quindi, alla responsabilità della struttura. Nello specifico, è emerso che la linea seguita dai medici del ‘Pronto Soccorso’ non ha avuto alcuna incidenza causale sullo sviluppo della malattia, sulla sua durata e sulla qualità della vita del paziente, risultando invero essa non connotata né da negligenza né da imperizia, ma risultando di contro adeguata e conforme alle ‘linee guida’ e alle buone prassi per il settore di riferimento. Ancora più in dettaglio, viene sottolineato che il tipo di intervento cui il paziente doveva essere sottoposto presentava un rischio emorragico e, quindi, il suggerimento di sospendere la terapia, laddove sia stato effettivamente fornito, era comunque da ritenersi opportuno. In ogni caso, non è possibile affermare con ragionevole grado di certezza, osservano i giudici, che sia stata proprio la sospensione del farmaco, nei cinque giorni precedenti l’intervento, a causare l’ictus cerebrale ischemico.